La sindrome da anticorpi antifosfolipidi, descritta per la prima volta
nel 1983, è caratterizzata dalla presenza di anticorpi antifosfolipidi
(aPL), che, interferendo con la cascata coagulativa, determinano
episodi trombotici e patologia ostetrica.
Ne sono conosciute due forme:
APS
primaria, in individui con nessun altro apparente
disordine autoimmune
APS
secondaria, in associazione con un’ altra malattia
autoimmune,
per lo più lupus eritematoso sistemico (LES).
Gli anticorpi antifosfolipidi sono anticorpi specifici per complessi
fosfolipide-proteina coinvolti a vario titolo nella coagulazione e/o
per singoli componenti di tali complessi (βGPI, protrombina, annessina
V e fosfolipidi anionici); si distinguono in:
Anticoagulante
Lupico: reagisce contro antigeni fosolipidici del
complesso di attivazione della protrombina in trombina e determinano un
allungamento del tempo di tromboplastina parziale. (aggiunta di plasma
normale a plasma LAC allungamento del aPTT
Anticorpi
anticardiolipina (aCL) così chiamati perché
tradizionalmente identificati come anticorpi rivolti contro la
cardiolipina, in realtà sono diretti contro tutti i fosfolipidi a
carica negativa (β2GPI indipendenti), generalmente poco significativi
sul piano clinico, e contro complessi fosfolipide-proteine (β2GPI
dipendenti), più significati sul piano clinico. Con radio immuno assay
ed ELISA valutazione quanti e quali (igG ed IgM)
Anti
coofattore: rivolti contro coofattori della coagulazione,
tra cui la ß2 glicoproteina I è un cofattore proteico che si lega ai
fosfolipidi di membrana e pare essere il principale determinante
antigenico per gli anticorpi antifosfolipidi. Gli anticorpi anti-ß2
glicoproteina I hanno quindi una maggiore specificità rispetto ad altri
anticorpi nella diagnostica dell’APS.
Il quadro clinico è dominato da fenomeni
trombotici ed aborti
ricorrenti, con manifestazioni trombotiche variabili da
semplice tromboflebite superficiale a quadri severi di trombosi
polidistrettuale, con manifestazioni trombotiche possibili a carico di
ogni distretto corporeo; le sedi maggiormente colpite in ordine di
frequenza sono:
SNC:
disturbi del microcircolo come vertgini e cefalea, espisodi maggiori
come TIA ed ictus.
Cute:
livedo reticularis, acrocianosi necrosi ed ulcere
Polmoni:
tromboembolia, ipertensione polmonare
Cuore:
angina infarto, endocardite trombotica
Occhio:
diplopia, scotomi, amaurismosi, deficit visivo per trombosi cerebrale,
retinica o neuropatia ottica ischemica
Articolazioni:
atralgie e artriti migranti, poliarticolari.
Rene:
infarto, trombosi venosa e microangiopatia
Surrene:
insufficienza surrenalica
Orecchio:
vertigini, acufeni, ipoacusia per trombosi centrale o
periferica
Fegato:
trombosi vene sovraepatiche e portale
Apparato
digerente: infarto intestinale
Ossa:
necrosi ischemica.
Per porre diagnosi
di Sindrome da anticorpi antifosfolipidi è necessaria la presenza di
almeno un criterio clinico e laboratoristico
tra:
Criteri Clinici:
Fenomeni trombotici: trombosi arteriosa e/o venosa e/o del miscrocircolo, a carico di qualsiasi distretto corporeo
Patologia ostetrica:
uno o più aborti in epoca gestazionale > 10 settimane,
nascita prematura <34 settimane per gestosi o insufficienza placentare,
due o più aborti in epoca gestazionale < a 10 settimane.
Criteri Laboratoristici:
Elevato titolo di anticorpi anticardiolipina (IgG o IgG) in almeno due occasioni distanziate da 6 settimane
Elevato titolo di anticoagulanti lupici in almeno due occasioni distanziate da 6 settimane
Nell'ultimo decennio la ricerca scientifica sulla sindrome da anticorpi antifosfolipidi ha parzialmente ridimensionato il ruolo diagnostico e predettivo degli anticorpi anticardiolipina e dell'anticoagulante lupico, attribbuendo un ruolo centrale all'anticorpo anti-ß2 glicoproteina I, da considerarsi il marker più sensibile e specifico della sindrome da anticorpi antifosfolipidi.
Oltre alla presenza degli autoanticorpi altre alterazioni degli indici
bioumorali di comune riscontro, in ordine di frequenza
sono piatrinopenia, allungamento aPTT, allungamento PT, ANA, ENA, Coomb
positivo, anticorpi antimitocondrio, anticorpi organo specifici
(soprattutto anti tiroide), ipergammaglobulinemia, diminuzione C3 e C4,
proteina C, proteina S, fattori trombofilici ereditari (tipo V di
Leiden).
Altri accertamenti
necessari per lo studio delle lesioni vascolari comprendono , ecocolor
doppler, pletismografia, angiografiam scintigrafia, TC, RM ed altre
indagini mirate allo studio dei distretti colpiti da trombosi.
La prognosi
dipende dal distretto colpito da trombosi.
La terapia
è essenzialmente quella della trombosi, prevede l’eliminazione o il
controllo dei fattori di rischio trombotici , in corso di evento
trombotico eparina e come profilassi dopo evento trombotico
anticoagulanti orali e/o antiaggreganti piastrinici.